Edoardo è un ragazzino intelligente e studioso, molto educato di modi e nel parlare. Da settimane insisteva di voler decolorare i capelli portandoli sul biondo e questo per i suoi genitori era incomprensibile ed inaccettabile: lui con la pelle ambrata , i capelli nerissimi , i tratti tipici del Sudamerica…
A sua mamma io sono molto affezionata perché è stata la mia prima amica, quando, undici anni fa, cominciai a vivere a Milano. A quel tempo lei e suo marito erano ancora sotto lo sguardo degli assistenti sociali, avendo adottato Edo da poco. I rapporti in famiglia sono stati molto sereni fino a qualche tempo fa; nel corso del primo anno delle superiori però il figlio ha cominciato ad avere una cura "esagerata" del proprio aspetto, a pretendere abiti firmati, a studiare i movimenti… atteggiamenti che lasciavano perplessi la mia amica e suo marito. L'idea di tingere i capelli è stata la classica goccia di troppo…
Mi sono incontrata con Edo, per cui ho sempre avuto grande simpatia. Edo era consapevole che il suo disagio gli derivava dal timore di (parole sue) "essere scambiato per un immigrato, magari clandestino". Per questo la grande cura dell'abbigliamento e probabilmente da questo il mito del "tipo nordico". Più difficile invece dirsi e dirmi quanto lo disturbava che i suoi tratti evidenziassero il suo stato di figlio adottivo. Ancora più temuta la possibilità che si accorgessero di questo disagio i suoi (molto amati) genitori.
Con Edoardo il lavoro fatto è stato sulla consapevolezza di ciò che sentiva desiderava temeva e quanto questo avesse influenza sul non accettare il proprio aspetto.
“Mentre perseguiamo l'irraggiungibile, rendiamo impossibile l'attuabile" (Robert Ardrey)
Edoardo non potrebbe mai assomigliare ad un tipo nordico (pelle chiara, capelli lisci e biondi, magari occhi azzurri), spreca le sue potenzialità, tentandolo. Inoltre, molto probabilmente, quel gruppetto di bulli che lo hanno soprannominato ironicamente "Brad Pitt" gli invidia l'ottimo rendimento scolastico e magari la bella mamma bionda e la serenità familiare che certi "figli naturali" non trovano nelle loro famiglie… Il cambiamento di Edoardo è partito da questo diverso sguardo della realtà. Insieme siamo riusciti a trovare un look capace di valorizzare i suoi tratti così particolari e lui in pochissimo tempo ha imparato a gestire diversamente le situazioni che lo mettevano in difficoltà.
Con sua mamma il lavoro è stato di abbassare la tensione provocata dalle "stranezze" del figlio, che andavano ridimensionate perché all'interno di quel particolare periodo che è l'adolescenza, in cui si può parlare di "normalmente patologico", proprio per le difficoltà del passaggio dall'infanzia all'età adulta.
Per inciso, da quando Edoardo ha cominciato a rispondere all'appellativo "Ehi, Brad Pitt..." con: "Benicio Del Toro, grazie!" nessuno lo chiama più così.
L'adolescenza è sempre un periodo di insicurezze, anche legate all'immagine esteriore. |