domenica 23 luglio 2017

La mia personale esperienza

[Disegno di Betta Stoinich]


Chi scrive ne sa qualcosa, della battaglia con lo specchio: ho oscillato per anni tra anoressia e bulimia, odiato il mio naso, nascoste le mie caviglie...
Il lavoro che ho fatto su me stessa è stato lungo e su due fronti: ho cercato di migliorare il mio viso, imparando a tuccarmi, ho fatto sport e poco a poco mi sono abituata a nutrirmi per fame e per il piacere del cibo e non per stress o autopunizione. E intanto cercavo di capire perchè fosse per me così importante l’immagine (e lo era al punto da averne fatto una professione).
Quando ho laciato il mio lavoro di estetista e, dopo l'accademia di trucco, ho cominciato a frequentare professionalmente l’ambito della moda, mi sono accorta che nemmeno le invidiate ed adorate modelle sono in pace con il loro aspetto. Il terrore del brufolo, della cellulite, delle occhiaie o del chilo in più è  anche più frequente per loro che, del resto, di immagine vivono e con quella si guadagnano la vita, rispetto a noi che facciamo altri lavori.

Lavorare con i corpi altrui stabilisce una relazione particolare, una intimità per cui ti rendi conto che sarebbe bello essere utile al di là della ceretta, del massaggio o del make-up, quando la persona con cui sei a contatto ha difficoltà che condivide con te, confidandosi: spesso mi sono sentita a disagio per non avere gli strumenti per essere utile, andando al di là di un momentaneo “miglioramento di facciata”.
Perchè quando non ci piaciamo ci sembra di non poter riuscire a volerci bene e immaginiamo che sarà più difficile anche per gli altri volercene e vorremmo essere diversi e temiamo di non poter cambiare..........Tante volte mi sono trovata di fronte persone che mi presentavano in vari modi il loro senso di inadeguatezza, che poi era stato anche il mio ed io non ero in grado che di dare “un ritocco migliorativo" che non scalfiva certo il disagio.

Poi è arrivato il “counseling”, gli studi e la pratica come “terapeuta nelle relazioni di aiuto”, tre lunghi anni di lavoro su me stessa e di approfondimento sui meccanismi delicati della mente, e mi è servito moltissimo. I miei amici sanno quanto mi ha migliorato la vita. Mi ritengo molto fortunata, e se posso condividere questo cambiamento con altri.....mi pare proprio bello.

venerdì 29 luglio 2016

La bellezza di "mamika"



A Parigi, nella galleria Sakura, il fotografo Sacha Goldeberg ha portato… sua nonna  (mamika, in ungherese). L’ha ritratta, novantatreenne, nelle situazioni più normali o più curiose, mentre scia, combatte, va in auto mantello al vento, travestita da super eroina.



Ma che belle queste rughe, queste cosce (ovviamente!) non “tirate”… Ma che inno alla vita, quella vita vera che ha niente a che fare con gli sforzi di tanti/e“signori/evergreen”!

martedì 29 settembre 2015

Testimonial "vissuti".



Jacqueline Tajah Murdoch, 82 anni, 
testimonial di Lanvin fotografata da Meisel




Iris Apfel, 91 anni, per MAC









Volti e corpi non più giovani. Da "maturi" a "vecchi" (termine accuratamente evitato, per lo più, per quel processo di tentata rimozione di tutto quello che non ci piace affrontare). Da 60 a 90 anni le età di fotomodelli e fotomodelle che stanno da qualche mese comparendo nelle pubblicità di  stilisti e case di moda. Nessun ritocco chirurgico subito dai testimonial, nessun ritocco fotografico applicato. Credo che l'importanza del "trend" (concordo con l'articolo di cui sotto) sia proprio nel mostrare come si possa essere belli, eleganti e raffinati senza omologarsi allo stile "ever green" che rende tante persone patetiche e ridicole.


Iggy Pop  per Eleven Paris




Jacky O'Shaughnessy,  60 anni,
per American Apparel




                                     





 Il servizio su "Repubblica"