La storia di Giulia (i nomi sono
stati cambiati)
Giulia aveva poco meno di quindici
anni quando venne nel mio studio la prima volta. Aveva accettato il
suggerimento di sua madre, che la vedeva molto a disagio nelle relazioni con le
coetanee e nel rendimento scolastico. Si era anche accorta che sua figlia, al
primo anno del liceo classico , pur avendo un profitto discreto, aveva marinato
di tanto in tanto le lezioni.
La
ragazza fin dalla prima volta mi è apparsa ben più matura della sua età, almeno
nel senso della consapevolezza di sé e nella chiarezza di obiettivi.
Aveva iniziato a frequentare lezioni
di vela, per superare la paura dell'acqua. In più prendeva lezioni di
sassofono, uno strumento assai insolito per una ragazza.
Pur risiedendo in un quartiere
residenziale in cui le ragazze coetanee indossano, di solito, vestitini
firmati, lei preferiva jeans strappati e magliette da metallara: un look assai
dissonante anche con la scuola da lei scelta.
La caratteristica peculiare di
Giulia, però, erano i capelli.
Quando venne da me la prima volta li
aveva per metà (quella destra) celesti e lunghi fino al sedere, per
l'altra metà rasati a zero.
Mi raccontò del primo giorno di
scuola quando la Prof di Latino e Greco, associato il suo cognome al suo volto,
esclamò:
"Tu non farai tanta strada qua
dentro!"
"Ancora mi chiedo perché me lo
ha detto. Non mi aveva proprio mai vista. Poi, però, si è ricreduta , perché io
ho cominciato ad andare bene in greco e latino. Sopratutto greco mi viene
facile come fosse la mia lingua da sempre"
"Forse i tuoi capelli le hanno
fatto pensare che fossi una troppo artistica per il liceo classico..."
Martina mi guardò sbalordita:
"Davvero! Io non ci avevo
pensato che potessero essere i capelli! Pensavo di aver fatto chissà cosa..."
" Ma com'é che ti fai i capelli
così? "
"Non voglio essere come tutte
le altre ragazze. Voglio distinguermi, farmi notare. E poi, detesto la mia
faccia da bambolotto. Ho gli occhi azzurri e i capelli biondi: un vero
bambolotto!"
"Qualcuno ti ha mai trattata da
bambolotto, che lo dici così infastidita..."
"Sì. Sono l'ultima di cinque
figli maschi. Tutti mi hanno sempre trattata da bambolotto e hanno giocato con
me, spupazzandomi, tirandomi, come se non avessi sentimenti e mozioni"
"Allora ti fai i capelli così
per far vedere che non sei un bambolotto, che hai la tua personalità?"
"Sì. Ma solo a pensarci adesso.
Prima pensavo solo che mi piacessero così e basta"
Quando finimmo gli incontri i
capelli di Giulia non erano più celesti, bensì ciliegia. Purtuttavia la sua
testa non era più divisa a metà. I capelli erano ricresciuti e
pareggiati.
Non era più divisa in due tra la sua
parte femminile, dolce, e l'energia dirompente e appassionata con la quale si
presentava al mondo.
Non aveva più bisogno di rifiutare
le sue parti morbide, né di farsi notare dagli altri per l'apparenza.
Aveva compreso che, al di là
dell'apparenza, i professori la stimavano per le sue capacità e i ragazzi
trovavano in lei un'amica sincera.
E alla fine, andando a scuola con
regolarità, cominciò a frequentare con assiduità Alessia, una compagna di
classe, che , pur indossando vestitini firmati, suonava la batteria e guidava
la motocicletta.
Dott.ssa Daniela Troiani (Psicologa
dell'educazione e Counselor Relazionale)
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