Anni
fa, durante un viaggio di quasi quattro ore a bordo di uno dei pochi
treni con ancora gli scompartimenti, la signora seduta davanti a me,
dopo avere assistito ad una mia telefonata e scusandosi per aver
ascoltato, mi chiese se aveva capito bene il mio lavoro di counselor.
Iniziò
così uno dei tanti incontri in cui ti accorgi di quanto a noi tutti
manchi la possibilità di essere ascoltati.
Lei,
47 anni ed un marito, coetaneo, che otto mesi prima le aveva
confessato di avere una relazione con una ventiseienne. Colpo
durissimo, a cui lei sta rispondendo con un totale cambiamento di
look. Dopo le lacrime, le recriminazioni ed un forte dimagrimento, ha
seguito i consigli di un’amica: taglio e tinta dei capelli, trucco
notevole ed abbigliamento da ventenne. Questo è stato il suo modo di
entrare in competizione con l’altra, per riconquistare l’uomo che
ama. Ma Lui le ha da poco detto che è ridicola…
Non ho
scritto di questo incontro per parlare
di ciò che ci dicemmo e degli sviluppi ma per evidenziare
un comportamento molto diffuso e poco fruttuoso. Spesso investiamo
grande parte delle energie proprio dove ci sentiamo più
deboli e trascuriamo invece i nostri punti di forza.
Se
l'obiettivo di questa signora era riconquistare il marito, aveva, come
punti di forza, gli anni di amore, la complicità che la
coetaneità ed il vissuto sviluppano, gli interessi comuni che ancora avevano e molti altri, tra cui la fortuna di essere una bella donna. Ma una bella
donna ultraquarantenne, non una aspirante simil-ventenne. Ovviamente
non si tratta di giudicare ma, una volta stabilito il fine, di mettere
in atto la strategia più efficace!