L’aspetto fisico ha un ruolo di grande importanza nella vita affettiva
e sessuale. Già nelle favole le principesse sono belle e
affascinanti e sposano aitanti principi azzurri ed i malvagi sono
brutti. A domanda diretta il 60% degli intervistati nega che
l’aspetto fisico sia criterio importante nella scelta del
partner e diversi studi hanno dimostrato che a livello consapevole è
difficile accettare l’importanza dalle apparenze. Forse questa
sottostima è dovuta a scarsa capacità di introspezione oppure è
per dare un’idea di sé meno superficiale possibile.
L’attrazione fisica costituisce un fattore importante per l’inizio di una relazione. Diverse ricerche hanno rilevato come i due partner di una coppia tendano a scegliersi allo stesso livello di bellezza: nelle relazioni che si desiderano durature si sceglie cioè un compagno che abbia un grado di bellezza “simile” al proprio (questo non avviene nei rapporti occasionali o comunque di breve durata). In effetti se la bellezza di uno dei partner è molto superiore a quella dell’altro aumenta la paura dell’ infedeltà: chi si percepisce come meno attraente può ritenersi a rischio. Troviamo eccezioni a questa dinamica quando ci sono di mezzo interessi di potere, denaro o prestigio.
Una bella moglie, magari più giovane, è stata nei secoli identificata sia come simbolo di potere che come maggiore probabilità di garantirsi una continuità attraverso prole sana (la priorità delle donne era invece di avere un uomo in grado di sostentarle in gravidanza e nel crescere i figli). Una partner bella per un uomo di successo è ancora oggi una sorta di biglietto da visita.
In ambito lavorativo, già in una ricerca del 1993 Holzzer evidenziava come per il 50% degli impiegati intervistati l’apparenza fisica fosse un criterio importante per ottenere il posto di lavoro. Oggi le aziende tengono molto alla loro immagine e questo è espresso anche dalla valutazione dell’aspetto dei dipendenti a contatto con il pubblico; inoltre vi è la credenza che la prestanza fisica faciliti lo sviluppo di buone relazioni sociali perché correlata da maggior autostima e abilità comunicativa. Tutti gli studi disponibili confermano che in moltissimi settori la bellezza aumenta le possibilità di carriera.
Il vantaggio prodotto dalla bellezza inizia molto precocemente. Neonati giudicati più attraenti ricevono maggiori attenzioni dai familiari e più gesti affettuosi dagli altri. I bambini giudicati attraenti dai compagni quasi sempre intrattengono maggiori rapporti sociali e sono più popolari (con vantaggio della loro autostima e dello sviluppo di abilità sociali) e incontrano anche maggior benevolenza negli insegnanti. In una ricerca realizzata nel 1972 da Dion si chiedeva ad un folto gruppo di adulti di valutare la gravità di una cattiva azione commessa da bambini di 7 anni e stabilire la relativa punizione. I dossier dei bambini erano accompagnati dalle loro foto ed i risultati dimostrarono quanto i “giudici” fossero decisamente tolleranti, a parità di misfatto, nei confronti dei bambini attraenti, considerandone occasionali, determinate dalle circostanze, le azioni sbagliate e volontrie quelle degli altri: un pregiudizio estremamente dannoso, predittivo di tante problematiche.
Persino in campo di giustizia l’aspetto fisico riveste una certa importanza. Nel medioevo, quando due imputati erano accusati dello stesso crimine, era prassi condannare quello dall’aspetto fisico peggiore. Per fortuna questo non avviene più ma, per esempio, tuttora si tende a dare più credito a testimoni di piacevole aspetto. E, nei reati a sfondo sessuale, gli imputati dal fisico poco avvenente sono accusati con maggior facilità e considerati più pericolosi di quelli attraenti.
Anche senza citare le teorie lombrosiane, un semplice povero può essere percepito come un ladro, ad un bambino dall’aspetto poco piacevole può essere attribuito un carattere ombroso oppure violento...con il tempo potrà magari davvero comportarsi come gli altri si aspettano, vittima delle profezie che si autoavverano.